Uno dei temi di particolare rilevanza sia per la qualità ambientale, sia per la sicurezza dei cittadini è quello della manutenzione delle pavimentazioni dei portici.
La conoscenza piena e approfondita dello stato di conservazione e del degrado dei materiali delle pavimentazioni dei portici è la premessa indispensabile per poter definire le gradualità di intervento e indicare le modalità esecutive più appropriate.
Le pavimentazioni dei portici bolognesi sono molto diversificate per materiali e tipi di posa, variano in funzione dell'epoca di realizzazione, del rapporto con il contesto e con l'edificio in particolare.
I portici sono destinati al passaggio dei pedoni e quindi per quanto riguarda materiali e tecniche di posa hanno le medesime esigenze funzionali dei marciapiedi: devono sopportare il transito carrabile solo in corrispondenza dei passi carrai, non devono patire le gelate invernali e i grandi caldi estivi, si deve evitare la formazione di ristagni d'acqua dopo le piogge.
Per quanto riguarda gli aspetti estetici e decorativi, i pavimenti dei portici sono invece molto diversi dai marciapiedi in quanto prevale il loro essere parte di un edificio e non di una strada o di una piazza. Il disegno e la posa della pavimentazione del portico trovano la propria matrice negli elementi architettonici in elevato: nel ritmo delle campate, nell'alternarsi dei pieni e dei vuoti, nella presenza degli ingressi pedonali e carrabili, nell'accostarsi di edifici con stili architettonici differenti.
Il bordo esterno verso strada o verso piazza dei portici (privi di muretto) è di fatto una vera e propria soglia la cui larghezza è definita dalla larghezza della base a terra di colonne o pilastri. Come una soglia ha sempre un tipo di pavimentazione con caratteristiche specifiche: può essere realizzato diversamente a seconda della tipologia di pavimentazione del portico, tuttavia quella sempre preferibile è una lastra di pietra lunga quanto l'interesse e larga quanto la base delle colonne e dei pilastri.
Se in origine il bordo è leggermente rialzato rispetto al piano di calpestio del portico, in caso di intervento si può mantenere questa caratteristica, altrimenti è sempre meglio evitare qualsiasi situazione d'inciampo.

INTERVENTI 1
Anche il passaggio tra due diversi edifici può essere considerata una soglia, innanzitutto perché si tratta di un passaggio tra due diverse proprietà, che può coincidere anche con un cambio di importanza e di stile dell'edificio e forse con una diversa tipologia di pavimentazione. È sempre bene inserire un profilo di separazione in metallo che corra a partire dal muro interno fino ad intercettare o la base dell'elemento verticale (colonna o pilastro) o il bordo esterno.
In ogni caso di portici continui, in una sequenza di edifici omogenei per importanza e stile architettonico, è sempre preferibile avere pavimentazioni uguali o il più possibile simili, in modo da enfatizzare la continuità dei percorsi pedonali.

Le pavimentazioni storiche in ciottoli o in mattoni devono essere il più possibile recuperate.
La gomma e le piastrelle di qualsiasi forma e materiale sono pavimentazioni inadatte per qualunque tipologia di portici, pertanto in caso di intervento vanno sostituite con altre tipologie, in relazione all'edificio e al contesto.
La veneziana, se ben posata, è una tipologia molto durevole e di facile manutenzione e pulizia. Il deterioramento può essere rapido se favorito da una semplice crepa: il gelo e l’acqua arrivano ad aggredire il legante e, di conseguenza, provocare la disgregazione del conglomerato. La buona manutenzione prevede una periodica lucidatura.

Al primo esame, puramente ricognitivo, volto a prendere in considerazione globalmente l’edificio per inquadrarlo nella sua specifica storia costruttiva, deve necessariamente seguire un’indagine puntuale sulla pavimentazione per distinguere e riconoscere le diverse parti costituenti i materiali e per individuarne le cause e il grado di deterioramento, anche attraverso prove e saggi.
Il degrado può essere dovuto sia alla naturale obsolescenza dei materiali, sia a fenomeni di crisi a livello statico o da interazioni con le acque meteoriche. Gli interventi correttivi e le loro modalità esecutive variano in funzione delle diverse cause e del diverso grado del deterioramento delle pavimentazioni.

INTERVENTI 2
Nel caso di strutture storiche è indispensabile conoscere le modalità costruttive originali, i sistemi impiegati nel montaggio delle parti, la natura, la composizione e l'uso dei leganti, la scelta delle pezzature dei diversi materiali.
Nelle pavimentazioni dei portici la sostituzione dei materiali originali è avvenuta spesso a partire dalla prima metà del secolo scorso, quando si è radicato l'impiego di pavimentazioni più resistenti, in materiale lapideo, marmo, pietra in lastre o ricorrendo al battuto alla veneziana.

Per agevolare la scelta della pavimentazione nel caso sia necessaria la sostituzione della pavimentazione esistente, perché incongrua o danneggiata o usurata e non recuperabile, si consiglia di prendere visione delle schede sulle architetture maggiori (civili e religiose) e sugli edifici minori che associano alle caratteristiche dell'edificio le pavimentazioni più coerenti, sempre ricordando che è bene anche privilegiare l'uniformità in caso di portici continui.

Come fare per:
dal punto di vista procedurale, le categorie di intervento sono quelle previste dal Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE), che stabilisce i titoli abilitativi necessari per ciascuna di esse.
Se l'edificio è tutelato ai sensi del Codice per i beni culturali, qualsiasi intervento sulla pavimentazione del portico è soggetto ad autorizzazione da parte della Soprintendenza.

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