Lunedì 19 dicembre 2022 è stato lanciato il percorso per la stesura del Climate City Contract, il documento che guiderà Bologna verso la neutralità climatica al 2030. La firma nell’estate 2023.
Con una conferenza all’Auditorium Biagi di Salaborsa, il Comune ha lanciato in modo ufficiale il percorso verso la stesura del Climate City Contract, l’atto che elencherà impegni strategici, azioni e investimenti necessari perché Bologna raggiunga la neutralità climatica nel 2030. La stesura del Climate City Contract sarà il primo passo della città nella Missione UE “Città neutrali”, l’iniziativa dell’Unione europea per contrastare il cambiamento climatico a partire dagli ambienti urbani.
All’evento di lancio del Climate City Contract sono intervenuti i partner che, per il momento, hanno già aderito alla Missione. Oltre all’Università di Bologna, TPER, ACER ed Hera, che avevano già partecipato alla candidatura della città all’iniziativa, tra i primi partner coinvolti ci sono imprese, enti locali e consorzi che hanno deciso di partecipare su base volontaria: l’Aeroporto Marconi, il CAAB, LegaCoop, le aziende sanitarie, il Consorzio dei canali e l’impresa del settore energetico Illumia. “Vogliamo avviare un dialogo con il settore industriale”, spiega Anna Lisa Boni, assessora alla transizione ecologica e alla candidatura di Bologna tra le città Climate Neutral. “Il nostro obiettivo è coinvolgere nella Missione molte più imprese, anche nella città metropolitana, che possono fare la differenza per raggiungere la neutralità climatica”.
Accanto a questo dialogo con industria e imprese, il coinvolgimento degli abitanti della città nella Missione passerà – in parte – per l’Assemblea cittadina, uno strumento di partecipazione attiva che è recentemente entrato a far parte dello statuto comunale della città grazie alle pressioni del gruppo ambientalista Extinction Rebellion. Nelle Assemblee, un campione significativo di persone si riunirà per discutere di temi di interesse pubblico, tra cui il cambiamento climatico. “Vogliamo trovare dei modi per lavorare con i cittadini sulla Missione anche oltre le Assemblee”, afferma Boni. “Ci sono tante associazioni e gruppi che vogliamo raggiungere con la call to action del Climate City Contract. È un documento che elenca azioni e investimenti, ma dovrebbe creare anche una visione comune di Bologna come città neutrale, con una sorta di carta dei valori”.
Il lancio del Climate City Contract
L’evento di lancio del percorso per arrivare al documento è stato introdotto da un intervento del sindaco Matteo Lepore, che ha portato l’attenzione su alcuni dati – tra cui l’aumento delle morti per le ondate di calore – che mostrano come la crisi climatica è un’emergenza per tutti. “Bologna non può essere un’isola”, ha affermato il sindaco, spiegando che quella della neutralità climatica non è una sfida che la città affronta – e può affrontare – da sola, ma deve essere portata avanti con alleanze e coinvolgendo attori da tutti i settori.
Anche Irene Priolo, Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, ha sottolineato l’importanza di fare rete, in particolare in una regione che si è data l’obiettivo della neutralità climatica prima del 2050. “Abbiamo bisogno di città come Bologna e Parma”, le due città emiliane nel gruppo delle nove italiane nella missione, “che facciano da traino e da faro per le altre città della Regione”.
Durante l’evento, l’assessora Anna Lisa Boni ha presentato il simbolo della missione per la neutralità climatica di Bologna, che rappresenta una freccia che preme un pulsante – un invito a partire – e il suo motto, ispirato ai versi di Dalla in Disperato erotico stomp, che sarà “L’impresa eccezionale è essere neutrale”.
Quale sarà il percorso del Climate City Contract
Il lancio del 19 dicembre è il punto di partenza di un percorso di stesura che durerà fino all’estate del 2023. In questi mesi, l’amministrazione comunale dovrà coinvolgere attori dai diversi settori (dall’industria alla società civile) assieme ai quali stendere gli impegni strategici per la neutralità climatica, un piano di azioni e un piano economico per valutare i costi e mobilitare finanziamenti e investimenti. Il Comune attualmente prevede di terminare la stesura nella prima metà del 2023 e organizzare un evento pubblico per la firma del Climate City Contract durante l’estate. A quel punto, in autunno, il contratto dovrà essere presentato alla Commissione Europea: se lo valuterà in modo positivo, alla città di Bologna sarà ufficialmente riconosciuto una “label” della Missione UE per la neutralità al 2030.
Per riuscire a raggiungere l’obiettivo, infatti, la solidità del Climate City Contract è fondamentale: dal momento che l’inclusione nella Missione UE non prevede finanziamenti diretti (ma, per esempio, la fornitura di assistenza tecnica e l’accesso a bandi dedicati nel programma Horizon Europe), ogni città potrà usare la “label” di città nella Missione per attirare investimenti e coinvolgere realtà locali, in modo da rendere il percorso verso la neutralità sostenibile anche dal punto di vista economico.
di Anna Violato – formicablu