L'apertura dei nuovi spazi di Innovazione Urbana Lab arriva alla fine del 2021 come opportunità per riflettere e agire sul tema della progettazione del futuro della nostra città.
Alla fine del secondo anno di pandemia, dentro una percezione comune e diffusa di vivere un “tempo continuamente sospeso” dovuto soprattutto agli andamenti del contagio e alle sue ricadute sociali, economiche e politiche, gli spazi del Lab si pongono come un luogo dove “la ricerca scientifica si intreccia con le storie degli abitanti, la dimensione tecnologica con l’umanità dei luoghi”. Sono queste le parole con cui il Direttore di Fondazione per l’Innovazione Urbana Giovanni Ginocchini ha inaugurato il nuovo spazio progettuale e percorso installativo multimediale di Palazzo d'Accursio, che propone un’analisi e un racconto originale della città e dei suoi cambiamenti.
“Non è una mostra visitabile, ma uno spazio attraversabile e di accompagnamento nelle trasformazioni: non solo quelle del passato, che possono essere indagate, raccontate e integrate, ma anche le grandi trasformazioni che ci aspettano nel futuro – ha detto la Delegata del Comune di Bologna Erika Capasso – uno strumento a disposizione di tutta la città per stare dentro il cambiamento. Non è questo un punto di arrivo quindi, ma un punto di partenza”.
Sono tre le dimensioni strategiche importanti di Innovazione Urbana Lab - secondo Capasso - e il modo in cui queste dialogano: “Le tecnologie e il digitale, la memoria storica e la partecipazione, l’immaginazione civica. Messe in relazione tra loro in maniera innovativa e con al centro l’idea della città della prossimità, con la consapevolezza che per far fronte alle più grandi sfide del nostro tempo, come i cambiamenti climatici, la crisi sanitaria, le disuguaglianze sociali, l’impatto delle nuove tecnologie su imprese e lavoro, servono progettualità complesse, competenze nuove, e soprattutto modelli di co-progettazione, partecipazione e condivisione con i cittadini”.
Una delle caratteristiche peculiari dei nuovi spazi è dunque quello di agire la prossimità, “che non è solo fisica – continua Capasso - ma relazionale, intesa come radicamento territoriale ma anche come partecipazione non episodica da praticare nel tempo e attenta alla cura delle relazioni, con la volontà di mettere al centro delle scelte pubbliche il capitale sociale e umano”.
In un momento storico di grandi cambiamenti e incertezze, mentre la partecipazione politica e sociale entra in crisi, l’ascolto dei bisogni delle cittadinanze diventa pre-condizione irrinunciabile per immaginare e progettare futuro, per coltivare senso di fiducia nelle istituzioni, rafforzare le relazioni sociali: un vero e proprio propulsore di partecipazione.
Innovazione Urbana Lab è coordinato dalla Fondazione per l’Innovazione Urbana e reso possibile dalla stretta collaborazione con il Comune e con l’Università di Bologna. “Penso che questo sia lo strumento migliore per far lavorare insieme Comune e Università nei prossimi anni – ha detto il Magnifico Rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari–. Sono molto contento che da questa Fondazione nasca il laboratorio per l’innovazione urbana, portato avanti anche da diversi dipartimenti del nostro ateneo, perché sono convinto che la consapevolezza della storia e la progettazione del futuro non si possano e non si debbano disgiungere. Vedere l’evoluzione della città non ci dice solo cosa la città è stata e cosa è diventata, ma ci indica anche dove la città vuole andare, quali le potenzialità e gli sviluppi da progettare insieme - ha continuato il Rettore. - In questa collaborazione c’è l’impegno per tante collaborazioni che ci vedranno uniti nell’immediato futuro per il progetto di Bologna città della conoscenza, uno dei passaggi fondamentali dei prossimi anni, e città della memoria”.
La Direttrice Generale Economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa della Regione Emilia-Romagna Morena Diazzi ha sottolineato invece l’importanza che per la Regione Emilia-Romagna hanno avuto i laboratori urbani nella programmazione 2014-2020, con l’obiettivo di far affrontare una scelta di utilizzo del digitale a servizio delle propria città. “Bologna scelse proprio la partecipazione come tema centrale del suo laboratorio aperto – ha ricordato Diazzi- e questo ha determinato la necessità di ricercare soluzioni che traducessero questo obiettivo in realtà. Innovazione Urbana Lab è un percorso costruito dal basso e un esempio molto importante di come si debba coniugare oggi il tema del digitale mettendo al centro le persone. Visitando la mostra - ha continuato - abbiamo visto proprio questo: immergerci nella città, conoscerla meglio e poter mettere insieme idee progettuali, poi conservate e rielaborate anche ai fini della rigenerazione urbana”.
“Credo che Bologna abbia una particolare attitudine a non subire le tecnologie come qualcosa di esterno, ma ha sempre affrontato le sfide tecnologiche mettendo al centro il cittadino – ha concluso la Consigliera del CDA della Fondazione Leda Guidi -. Le tecnologie vanno abitate, vanno vissute, vanno attraversate e non è sempre facile farlo. Innovazione Urbana Lab è un percorso, è un’esperienza inclusiva. Ed entrando quello che riceviamo da cittadini e da visitatori è proprio un’idea di accoglienza”.
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