La notte come opportunità, anche se non mancano criticità da risolvere e sfide da affrontare: questo il principale elemento emerso dalle ricerche promosse dal Comune di Bologna e condotte negli scorsi mesi dalla nostra Fondazione in collaborazione con il sociologo Riccardo Prandini e il ricercatore Matteo Cataldi.
La mobilità, la convivenza e la condivisione dello spazio pubblico, l’impatto acustico, l’offerta culturale e le attività produttive, la qualità e la dignità del lavoro, la salute sono solo alcuni degli argomenti sui quali si è focalizzata l’indagine per conoscere meglio l’identità della città di notte e migliorare i servizi, l’offerta culturale e la vivibilità di Bologna.
I principali dati emersi sono stati presentati oggi pomeriggio alla città, nel corso di un incontro pubblico che si è svolto negli spazi di Bologna Attiva presso DumBO e commentati da Emily Clancy, Vicesindaca di Bologna con delega all’economia della notte, Matilde Madrid, Capo di Gabinetto con delega alla Sicurezza Urbana Integrata, Luisa Guidone, Assessora al Commercio ed Elena Di Gioia, delegata alla Cultura.
L’indagine si è svolta attraverso tre strumenti: un’indagine demoscopica sulla popolazione bolognese, che ha coinvolto 892 soggetti, il questionario autosomministrato compilato, in maniera completa ed esaustiva da 3.982 soggetti, e i focus group con vari stakeholder (gestori di locali, teatri, discoteche, comitati di residenti, studenti, forze dell’ordine).
Il campione rappresentativo rispecchia le caratteristiche della popolazione residente a Bologna, e vede nel complesso il 14% di soggetti che hanno meno di trent’anni, 29% più di 64 anni; il 12% vive in centro. Gli studenti sono l’ 8%.
Il questionario autosomministrato, che non è statisticamente rappresentativo ma che fotografa anche city user e studenti non residenti, categorie escluse dal campione, ha visto la compilazione da parte di utenti più giovani (il 30% ha meno di trent’anni, il 6% ha più di 64 anni) e maggiormente concentrati in centro (il 33% vive qui); il 19% è rappresentato da studenti.
Il primo dato interessante riguarda le uscite: la maggior parte delle persone, seppur con frequenza diversa, dalle 20 in poi è abituata ad uscire, evidenziando come il tema dell’economia della notte riguardi tutta la città, e non solo le fasce più giovani.
Nello specifico, dichiara di uscire regolarmente ogni settimana, anche più volte, il 65% del campione rappresentativo (dato che sale all’81% nel campione autosomministrato).
Nel campione rappresentativo inoltre il 20% esce mensilmente, anche più volte, e solo il 15% più raramente.
La maggior parte delle persone che esce di notte è abituato ad utilizzare l’auto (36,6%) mentre usa il trasporto pubblico circa il 20%.
Emerge chiaramente come i luoghi più vissuti siano il centro (78%) in particolar modo la Zona Quadrilatero/Piazza Maggiore, la Zona Universitaria e Pratello, con delle concentrazioni fuori dal centro che vedono coinvolti i punti aggregazione/locali/discoteche (Tettoia Nervi, Zona Dlf, Dumbo/TPO, Numa Club, Matis ecc.)
Per quanto riguarda il rumore, nel campione rappresentativo il 78% dichiara che non sia un problema (44% per niente + 34% poco) mentre viene avvertito dal 22% (16% abbastanza + 6% molto).
In tutti i casi, la maggior fonte di disturbo è rappresentata dalle persone in strada (22%), seguite dal traffico stradale (18%), dallo svuotamento dei cassonetti (17%), dalle attività ristorative e dai dehor (13%). Cosa disturba meno? Gli eventi all’aperto (solo il 10%).
Sul tema della sicurezza, le persone percepiscono la notte molto meno insicura quando si muovono in compagnia.
Un altro dato interessante riguarda il budget medio di spesa destinato alle uscite: il 43% spende mediamente tra i 25 e i 50 euro; il 41% tra 10 e 25 euro; il 9% tra 50 e 100 euro; il 7% meno di 10 euro e solo l’1% oltre 100 euro.
Rispetto ai possibili benefici legati allo sviluppo dell’economia della notte, vengono citati in ordine di maggior risposte, l’aumento delle attività culturali, l’aumento delle opportunità di svago, la creazione di nuovi posti di lavoro e l’aumento della sicurezza.
Nel complesso, l'economia della notte rappresenta un'opportunità per il 36% del campione rappresentativo, mentre ne ha un giudizio neutro il 49% e un giudizio negativo il 16%.
Nel questionario autosomministrato, che, ricordiamo, riporta le risposte di utenti più sensibili al tema dell'economia della notte, cresce l'entusiasmo con il 78% di giudizi positivi, 13% neutri, e 9% negativi.
Venendo agli aspetti da migliorare nella notte bolognese, per il campione rappresentativo, in ordine di priorità, ci sono l’aumento delle forze di polizia, l’aumento di verifiche, controlli e sanzioni e la presenza di bagni pubblici per le aree più frequentate.
La riduzione degli orari di apertura delle attività non è invece considerata tra le iniziative più efficaci (ha ottenuto una valutazione media di 5,8 punti in una scala da 1 a 10).
Per il campione autosomministrato, in ordine di priorità ci sono la presenza di bagni pubblici per le aree più frequentate, l’insonorizzazione dei locali e aumento di controlli e sanzioni.
Per tutte e tutti i partecipanti alla ricerca, come dato complessivo generale su entrambi i campioni emerge la necessità di implementare alcuni servizi, come, in ordine di priorità, la guardia medica, la farmacia e bagni pubblici nelle zone più frequentate.
Altri dati rilevanti riguardano la richiesta di eventi e attività culturali per il 79% del campione rappresentativo (per il 93% nel questionario autosomministrato).
All’interno del questionario autosomministrato, è stato estratto il campione dei soggetti che lavorano di notte a Bologna (733 utenti). L’evidenza riscontrata che li riguarda è che per loro l’economia della notte è principalmente una opportunità.
Fra i dati ritenuti da loro come più utili per aumentare la qualità della vita notturna della città si possono citare, in ordine di percentuali, l’aumento della sicurezza, l’aumento dell’ offerta culturale, il miglioramento della vivibilità, la creazione di nuovi posti di lavoro di qualità.
Tra gli aspetti più critici legati al lavoro notturno emergono la crescita dei lavori usuranti, l’aumento del lavoro precario e la crescita del lavoro irregolare.
I servizi ritenuti più utili al miglioramento della vita notturna da parte dei lavoratori sono un presidio di bagni pubblici 93%, eventi e iniziative culturali 91%, guardia medica 88%, farmacie aperte 87 %, presenza delle forze dell’ordine 80%.
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