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Frontier. La linea dello stile
Martedì 15 maggio alle ore 18.00 nella sala Atelier dell'Urban Center verrà presentato il progetto Frontier. La linea dello stile. L'incontro intende essere l’occasione per un approfondimento storico-critico sulla genesi e sull’evoluzione del Writing, uno dei movimenti artistici più importanti degli ultimi decenni.
Gavina - Lampi di design/Bologna Bologna/Ultragavina
Dino Gavina
Lampi di design / Bologna Bologna / Ultragavina
Nell'autunno 2010 Bologna ha reso omaggio a Dino Gavina: Mambo, Urban Center, Torri dell'Acqua di Budrio e Aeroporto di Bologna hanno ospitato allestimenti ed eventi dedicati al poliedrico imprenditore bolognese del design.
:: Programma
:: Comunicato Stampa
Dino Gavina è uno dei più significativi imprenditori italiani del design del Novecento, nel campo dell’arredamento, dell’illuminazione, dell’arredo urbano. Ha sempre vissuto e lavorato a Bologna, con un forte radicamento affettivo, che è stato il motore di numerose sue iniziative, spesso estemporanee ed eterogenee, rivolte a tanti volti della città. Queste azioni hanno affiancato le sue molteplici attività di produttore, che a partire dai primi anni Sessanta hanno reso la sua città l’epicentro di una rivoluzione culturale nel campo del disegno industriale del mobile, spostando le coordinate del design da Milano a Bologna.
Alla figura di Dino Gavina nell'autunno del 2010 Bologna ha reso omaggio con diverse iniziative:
- Al Mambo Museo d'Arte Moderna di Bologna è stata allestita la mostra Dino Gavina. Lampi di Design nella quale si è ripercorsa l’avventura intellettuale e imprenditoriale di Gavina, facendo riferimento ad artisti, designer e architetti che con lui hanno condiviso il cammino nel mondo dell’arte e del design;
- Urban Center Bologna ha ospitato Dino Gavina. Bologna Bologna, mostra dedicata al arredo urbano e ai progetti per la città del grande imprenditore del design bolognese;
- Le Torri dell’Acqua di Budrio (BO) hanno ospitato UltraGavina una rassegna di due mostre dedicate ad Alessandro Aldrovandi e a Tatsunori Kano, artisti legati a Gavina da un rapporto di amicizia, le cui opere furono esposte in due personali organizzate nell’emblematico spazio del negozio Gavina di via Altabella.
- Infine, anche l’Aeroporto di Bologna ha reso omaggio a Dino Gavina, con un'esposizione collocata al primo piano del terminal passeggeri, in prossimità dell’ingresso alla Marconi Business Lounge. Come in altre occasioni, all’Aeroporto di Bologna Gavina ha proposto il contributo di vari progettisti e artisti, capaci di interpretare al meglio il suo pensiero: hanno lavorato al Marconi architetti ed artisti molto noti, tra cui Kazuhide Takahama, Edoardo Landi e Alan Irvine.
Il progetto espositivo ha previsto anche un’ampia e articolata rassegna di incontri pubblici durante tutto il periodo di apertura delle mostre, con la partecipazione di amici e collaboratori di Dino Gavina, testimoni dei tanti temi da lui promossi ed interpretati senza sosta.
Tutte le iniziative legate a Dino Gavina sono a cura di Elena Brigi e Daniele Vincenzi.
Dino Gavina. Bologna Bologna: "visita virtuale" alla mostra
Gavina - Galleria Accursio. Ex sottopassaggio Rizzoli
Dino Gavina. Bologna Bologna
Galleria Accursio. Ex sottopassaggio Rizzoli
8. Il riuso di uno spazio urbano
Dopo il parziale recupero del sottopassaggio di via Rizzoli/piazza Re Enzo, destinato a ospitare Ebo – Esposizione Bologna (la prima versione di Urban Center Bologna), l’amministrazione decide di convertire il rimanente settore occidentale a galleria espositiva.
(Nell'immagine in alto: Galleria Accursio via Rizzoli, progetto Kazuhide Takahama)
Viene interpellato Dino Gavina, sia per coordinare la trasformazione dello spazio, sia per curare un programma espositivo dedicato all’arte moderna. Anche in questo caso Gavina si rivolge a Kazuhide Takahama, che progetta la ristrutturazione improntandola a criteri di estrema essenzialità. Per dare modo di ospitare le opere di Takamaha, studia vari espedienti per aumentare le superfici espositive, foderando con una grande pennellatura circolare i vari accessi non più in uso e inglobando alcuni pilastri all’interno di spessi volumi.
Al termine dei lavori i nuovi spazi sono inaugurati con la mostra “Moderni e Contemporanei, cento opere” curata da Gavina (Aprile/Luglio 2004), che ripercorre molti dei momenti della sua esperienza appassionata nel mondo dell’arte moderna. Una passione che lo ha portato a interpretare l’opera d’arte come fonte di contenuti e di chiaro indirizzo programmatico nella sua attività di imprenditore.
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Gavina - Aeroporto. Arte architetture e arredi
Dino Gavina. Bologna Bologna
Aeroporto. Arte architetture e arredi
7. Interventi all’aeroporto
Risalgono al 1999 le prime collaborazioni di Dino Gavina con la Società Aeroporto Bologna, all’epoca guidata da Albero Clò. Come in tante altre occasioni Gavina propone il contributo di vari progettisti e artisti, per individuare alcuni interventi di miglioramento alla struttura esistente. Kazuhide Takahama, iniziando un durevole rapporto di consulenza con la società aeroportuale, opera nel 2000 un sostanziale ridisegno dello skyline dell’aerostazione, creando la tettoia del settore partenze. In seguito progetta alcuni corpi aggiuntivi di servizio, tra cui gli ambienti destinati alla nuova Business Lunge, per i quali cura anche finiture e arredi interni.
(Nell'immagine in alto: muro in acciaio e palle di ghisa, progetto Edoardo Landi)
Edoadro Landi, artista cinetico già attivo al Centro Duchamp promosso da Gavina sul finire degli anni Sessanta, realizza diversi apparati decorativi, sia all’interno che all’esterno dell’aerostazione. Nascono così i muri di scultura fatti di cubi in acciaio inox, sormontati da grandi sfere in ghisa, creati per dare maggiore ordine all’esterno dell’area arrivi. Landi interviene anche sul lungo muro di cinta che fiancheggia il viale di accesso, trasformandolo in una grande opera visuale.
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Anche l’architetto inglese Alan Irvine, legato da forte amicizia a Gavina, viene coinvolto per l’elaborazione di un elemento identificativo del complesso aeroportuale, un’alta stele, simile a un obelisco, da dislocare nell’area esterna. Il progetto non ha avuto però ancora un seguito.
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